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L'astronomia a lunghezze d'onda submillimetriche e millimetriche
rappresenta un potente mezzo d'indagine per affrontare il problema della
formazione delle grandi strutture del nostro Universo,
le galassie e gli ammassi di galassie. Infatti questi oggetti si
sono formati in epoche di poco successive al Big Bang
ed è proprio nella radiazione cosmologica di
fondo a 3 K che si trovano le tracce della loro nascita.
La massima intensità della radiazione di fondo si ha a
lunghezza d'onda di circa un millimetro, e questo spiega l'importanza di
avere grandi telescopi per astronomia submillimetrica, quale ad esempio
il telescopio da 2.6 metri dell'OASI
(Osservatorio Antartico
Submillimetrico ed Infrarosso) installato presso la Base italiana di Baia
Terra Nova in Antartide da un gruppo del Dipartimento.
Anche il mezzo interstellare della nostra Galassia
emette radiazione in questa banda,
con una distribuzione in lunghezze d'onda che però non è nota con
sufficiente precisione. Allo scopo di distinguere il suo contributo rispetto
alla radiazione di origine cosmologica,
lo stesso gruppo realizza strumentazione che viene fatta volare a 40 km di
quota su palloni stratosferici, per evitare l'assorbimento dovuto
all'atmosfera terrestre.
I segnali di origine celeste nella banda submillimetrica sono molto deboli
e rendono necessario
l'impiego di rivelatori estremamente sensibili (bolometri), che funzionano
a temperature di pochi
decimi di grado al di sopra dello zero assoluto. La strumentazione
necessaria viene realizzata
all'interno dello stesso gruppo di ricerca.
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